Lo Stato: latitante, senza coraggio e senza morale
Primavera 2007, non c'è soluzione di giustizia per Abou Elkassim Britel, non libertà né ritorno a casa.
Alcuni fatti sono già noti dalle pagine precedenti, eccone altri:
- L'Ambasciata italiana a Rabat
Aprile 2003, i due coniugi si presentano all'Ambasciata per accordarsi sul viaggio, non nascondono le loro preoccupazioni, domandano di essere accompagnati in aeroporto e ricevono il primo rifiuto.
Il 6 maggio vorrebbero il rilascio immediato del documento di viaggio. Si rendono conto anche che il loro insistere nel chiedere assistenza è inutile, fiato sprecato, qui siamo ospiti, non possiamo accompagnarvi in aeroporto. E la consegna del documento viene spostata al giorno 12.
Kassim sparisce, e Khadija denuncia il fatto all'Ambasciata, tutto l'aiuto che riceve è l'indirizzo di un avvocato esperto in pratiche amministrative. Da sola si reca al Ministero di giustizia marocchino, da sola insiste nei suoi tentativi di scoprire dov'è suo marito, ancora da sola bussa inutilmente a tante porte per avere notizie e scrive al Ministro di giustizia e agli altri Ministri del Governo marocchino.
È lei a comunicare all'Ambasciata, quattro mesi dopo la sparizione, che Kassim è nella prigione di Salé e le autorità marocchine lo danno come arrestato qualche giorno prima.
Per l'imminente processo, Khadija chiede una presenza ufficiale italiana ed un interprete, che non sarà concesso. Come lei, la funzionaria dell'Ambasciata assiste incredula ed impotente, perché quello è il ruolo assegnatole, ad un processo lampo, iniquo e senza regole, tanto che si scambiano l'impressione di un verdetto già deciso ancor prima di entrare in aula.
Da quel momento a Kassim viene prestata l'assistenza consolare, riservata ai detenuti italiani, anche su sollecitazione di Khadija, che dall'Italia invia mail e telefona facendo presenti i problemi, e si reca personalmente in Ambasciata per tener desta l'attenzione: suo marito non è un detenuto come gli altri!
Solo il 5 dicembre 2005 Khadija riesce ad incontrare per la prima volta l'Ambasciatore.
- Una lettera senza risposta
Kassim è scomparso da oltre due mesi, detenuto in segreto e torturato a Témara, l'avvocato Longhi scrive alla Farnesina:
Bergamo, 21 luglio 2003
Oggetto: Britel Abou El Kassim
Formulo la presente in nome e per conto della mia assistita …, coniugata con Abou El Kassim Britel cittadino italiano e marocchino, la quale mi incarica formalmente di richiedere seguito alle sue del 8/6, 17/6 e 29/6 u.s., con le quali la medesima chiedeva un Vostro intervento al fine di avere notizie circa le sorti del proprio marito, scomparso in data l5/5/2003 in circostanze del tutto oscure.
Al riguardo Vi significo che la stessa ha altresì provveduto a sporgere al Procuratore Generale presso la corte d'Appello di Casablanca, denuncia 791/03 del 29/5/03.
Di tale iniziativa la signora ha altresì notiziato il Procuratore Generale di Nador, il Ministro di Giustizia e quello dei diritti dell'uomo del Marocco.
Del pari, la mia cliente ha investito della questione anche Amnesty International.
E' dunque ferma intenzione della stessa comprendere quali siano le sorti del proprio consorte, in merito alle quali è riuscita solo a sapere dal Procuratore Generale di Casablanca che il signor Britel non sarebbe soggetto a nessuna misura restrittiva.
Ciò nonostante la mia cliente teme per le sorti del marito volta che lo stesso ha subito dal 24/5/02 sino al 11/2/03 una illegittima detenzione a Témara per supposti "accertamenti".
Personalmente ho provato più volte a rivolgermi a Voi per ottenete un Vostro interessamento in merito alla questione in oggetto.
In proposito, sono a conoscenza che avete avuto contatti con il signor Britel precedenti alla sua scomparsa in occasione dei quali, dopo essere stati edotti dallo stesso in merito alla sua intricata situazione ed espletati gli opportuni accertamenti presso la Questura di Bergamo, avete provveduto a rilasciargli, in data 12/5/2003, i1 documento di viaggio 8/03 con validità sino al 24/5/03.
Sono dunque ora a sollecitare formalmente una risposta alla presente, significandovi l'evidente urgenza e rilevanza della questione che attiene diritti personalissimi di due cittadini italiani ed in particolare della signora … che rappresento.
Allego "cronologia" a firma della mia assistita, fermo restando che sono disponibile per ogni ulteriore documentazione o informazione in mio possesso
- Sempre la stessa lettera
Trascorrono quasi due anni.
A procedimento penale marocchino concluso, dopo che Khadija si è adoperata in ogni modo per stabilire e mantenere un rapporto con l'Ambasciata d'Italia a Rabat, alla quale ha consegnato la memoria di Kassim sulle violazioni subite, immediatamente dopo il suo rapimento nel maggio 2003, ecco arrivare la prima asettica lettera della Farnesina, a firma il Capo Ufficio:
Roma, 10 GIU 2005
Gentile Avvocato,
con riferimento alla Sua lettera del l0 maggio scorso, relativa al Signor Abou Elkassim Britel, detenuto in Marocco, desidero premetterLe che l'Ambasciata a Rabat segue il caso sin dall'inizio attraverso frequenti visite consolari in carcere nonché con ripetuti interventi presso le Autorità marocchine al fine di ottenere elementi di chiarificazione sull'iter giudiziario che ha condotto alla condanna del connazionale nonché sul trattamento dallo stesso ricevuto.
In particolare, lo scorso maggio, oltre ad avere effettuato un nuovo passo presso il Ministero degli Esteri marocchino, l'Ambasciatore a Rabat ha sollevato il caso con il Ministro della Giustizia che, pur prendendo atto dell'attenzione italiana alla vicenda ha ribadito che la cittadinanza marocchina del Signor Britel è ritenuta prevalente da quelle Autorità e tale da non giustificare insistenze sulla questione.
L'Ambasciata, in attesa di ottenere i chiarimenti comunque richiesti alle Autorità
marocchine, continua a fornire ogni possibile assistenza all'interessato, che lo scorso 27 maggio ha interrotto lo sciopero della fame a suo tempo intrapreso. In particolare, oltre alle consuete visite in carcere, sono stati effettuati interventi di vario genere presso le Autorità carcerarie al fine di migliorare le condizioni di detenzione. A tale riguardo, la recente richiesta della Rappresentanza al Direttore del penitenziario di Salé di concedere visite più frequenti alla consorte del Signor Britel ha sortito esito positivo.
Nel ribadirLe che questo Ministero e l'Ambasciata di Rabat continueranno prestare alla vicenda la massima consentita attenzione, colgo l'occasione per inviarLe i miei migliori saluti
Il Capo Ufficio
Kassim non riceve alcuna risposta diretta alla sua del 12 gennaio 2007. All'avvocato Longhi pervengono due missive.
L'una su carta intestata del Direttore generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie e l'altra del Consigliere Capo della segreteria del Presidente (della Camera), in entrambe è veramente sconsolante leggere nel freddo linguaggio burocratico fatti che già conosciamo e che non sono di alcun aiuto alla non più differibile soluzione dell'ingiustizia che Kassim continua a subire:
Al riguardo desidero farLe presente che il caso del Signor Britel è stato seguito fin dal suo sorgere con la massima attenzione… hanno provveduto ad assicurare all'interessato ogni possibile assistenza… al fine di ottenere un miglioramento delle condizioni detentive.
L'Ambasciata …si è altresì adoperata per sostenere le domande di grazia presentate in favore del Signor Britel. Ciò verrà assicurato anche in occasione della concessione del prossimo provvedimento di clemenza previsto in primavera. (29 gennaio 2007)
…il Parlamento si è prontamente attivato, per il profilo di sua competenza… l'interpellanza urgente… in cui il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Luigi Li Gotti, ha illustrato come il Ministero degli affari esteri e l'Ambasciata italiana a Rabat stiano seguendo la situazione del signor Britel con grande attenzione, fin dall'inizio della sua detenzione. (14 febbraio 2007).
Gli altri due destinatari, il Presidente della Repubblica ed il Ministro della Giustizia, non rispondono né ritengono di far scrivere nemmeno una riga.
Khadija riceve una risposta alla sua del 17 gennaio 2007, non dal Ministro D'Alema, troppo occupato, le scrive il Capo di Gabinetto…
… per assicurarLe che la Farnesina sta facendo tutto il possibile affinché il caso di Suo marito possa concludersi positivamente…[segue il solito elenco delle attività dell'Ambasciata]. Da ultimo l'Ambasciatore ha incontrato la settimana scorsa il Ministro della Giustizia del Marocco, cui ha specificamente chiesto l'inserimento del Sig. Britel nella prossima lista dei beneficiari della grazia reale, prevista intorno al periodo di marzo-aprile. Nell'assicurarLe…(2 febbraio 2007).
Queste tre lettere – e la risposta ricevuta dagli on. Chiesa e Catania il 24 ottobre 2006, a firma del Ministro D'Alema – richiamano in modo inquietante la precedente comunicazione della Farnesina ed indicano con chiarezza quale sia il livello di impegno e di attenzione delle autorità italiane, non si rileva alcuna sostanziale differenza fra il Governo precedente e l'attuale.
Se il governo Berlusconi ha responsabilità evidenti nelle consegne subite da Abou Elkassim Britel, il governo Prodi, con il suo comportamento gravemente omissivo, non fa che avallare e sottoscrivere le ingiustizie già perpetrate.
Con tutta probabilità il Governo sta coprendo le responsabilità che emergono dalla lettura degli atti d'indagine.
- Gli atti di un'indagine troppo lunga, giu 01 – set 06
La lettura degli atti è un vero choc per Khadija.
Finalmente, nell'ottobre 2006, ha in mano i documenti, che dovrebbero consentirle di capire da dove sia nato tutto quanto.
È la prima sorpresa, il fascicolo si apre con una richiesta di acquisizione di tabulati telefonici – 12 febbraio 2001 - fatta dalla Digos e nella quale legge
Fonte confidenziale di comprovata attendibilità, avrebbe appreso in ambienti islamici che durante la prima decade del mese di novembre 2000, un cittadino tunisino, estremo sostenitore de "LA JIHAD" islamica (c.d. guerra santa) contro l'occidente, è transitato per la bergamasca, soggiornandovi…
Più avanti si specifica che questa persona nella corta sosta in bergamasca… avrebbe avuto contatti telefonici con i sottonotati cittadini stranieri e di suo marito si specifica che è gravemente sospettato per essere locale referente dell'indicato OSAMA BIM LADEN [!]
I tabulati richiesti sono quelli dall' 1 ottobre al 30 novembre 2000.
Khadija controlla quindi i tabulati telefonici, riportati nella richiesta di perquisizioni domiciliari – 18 giugno 2001 - che dovrebbero attestare, stando all'archiviazione, contatti con due persone arrestate. Lo fa una volta, due, tre, nessun contatto con le persone indicate, solo normalissime telefonate! anzi più avanti la Digos così si esprime su Kassim
seppure dall'acquisizione dei tabulati riferiti all'utenza telefonica in suo utilizzo, non risulta abbia trattenuto relazioni telefoniche di apparente interesse, resta ferma convinzione da parte di quest'Ufficio, che egli sia a cardine della locale cellula di integralismi islamici con finalità terroristiche e solo la sua scaltrezza lo induca ad essere particolarmente guardingo e ad assumere comportamenti tali da eludere gli eventuali accertamenti da parte delle forze dell'ordine.
La perquisizione è richiesta nelle abitazioni di quattro persone ritenute affiliate ad un'unica struttura terroristica islamica…
E si chiede che la perquisizione venga estesa al luogo di lavoro della moglie convivente, e si indica la sede nella quale lei non lavora più da oltre un anno!
Interessante anche la motivazione
L'operazione di polizia è finalizzata alla scoperta di documenti progettuali del gruppo di cui sopra, di materiale propagandistico da diffondere tra i militanti, documenti d'identità falsi o contraffatti, cartine topografiche… e quant'altro di interesse circa la propria strategia terroristica del succitato gruppo, anche in considerazione della ricorrenza del noto vertice dei G8, in programma in Genova, dal 20 al 22 luglio p.v., il cui evento di risonanza mondiale, può costituire il pretesto per l'attuazione di attentati nei confronti di obiettivi USA in Italia.
Dalle intercettazioni telefoniche, effettuate per periodi consistenti, non sono riportate né frasi forti, né frasi ambigue, anche se tutti i documenti sono percorsi da uno sforzo interpretativo di adesione all'ipotesi reato avanzata e sostenuta anche operando forzature.
Ci sono poi accertamenti bancari, postali, della guardia di finanza, lettere anonime, e diversi accenni a note riservate, a fonti di intelligence …
Arrivata ai documenti del febbraio 2003, Khadija non può credere ai suoi occhi.
Il giorno prima che Kassim venga rilasciato dal buco nero di Témara ed accompagnato, nella notte fino alla porta di casa della mamma, e precisamente il 10 febbraio, la Digos scrive al magistrato in una nuova richiesta di intercettazioni telefoniche:
… si comunica che i collaterali organi di polizia hanno qui comunicato informalmente, che Britel Abou Elkassim.. attualmente risulta essere in Marocco verosimilmente a disposizione delle Autorità estere.
Il predetto … potrebbe far ritorno presso la propria abitazione o contattare i propri familiari o soggetti gravanti nel locale radicalismo islamico già a partire dal giorno 11.02.2003.
Il suo prospettato rientro sul territorio italiano potrebbe costituire occasione per se ed i suoi familiari di generare una serie di contatti telefonici con possibili soggetti legati ad ambienti del terrorismo islamico radicati in Italia…
… In tale contesto potrebbe essere verosimile che nel suo animo vi sia l'intenzione di stabilire forti contatti con esponenti dell'ambiente islamico che possano garantirgli un reinserimento nel tessuto sociale locale.
Inoltre è necessario porre l'accento anche sul fatto che essendo lui stesso cittadino italiano possa essere più agevole superare i controlli doganali e rientrare in maniera che non desti alcun tipo di sospetto. …
Dunque, L'ITALIA SAPEVA, LE POLIZIE HANNO COLLABORATO !
Il 13 febbraio la Digos chiede l'intercettazione telefonica sul fisso della mamma di Kassim, perché lui ha utilizzato quel numero per chiamare Khadija, nonché di ogni telefonata dall'Italia in entrata su quell'utenza.
Il magistrato scrive nell'autorizzazione
che nuovi sviluppi appaiono sussistere per la recente individuazione dell'indagato negli Stati Uniti e per l'imminente arrivo dello stesso in territorio italiano,
com'è possibile Kassim si reggeva a fatica e da solo non sarebbe nemmeno andato a comprare il pane! Da dove viene questa indicazione degli Stati Uniti? Altra nota riservata? o fonte confidenziale?
Il 13 maggio 2003 la Digos scrive al magistrato che l'Ambasciata d'Italia a Rabat ha comunicato di aver rilasciato a Kassim, il giorno 12, un documento di viaggio:
Secondo quanto dichiarato, il Britel viaggerà per la via terrestre.
… l'Ambasciata menzionata ha soggiunto che non risulta possibile conoscere se le Autorità di frontiera marocchine consentiranno l'uscita dal Paese dello stesso BRITEL, in possesso, peraltro anche di cittadinanza marocchina.
Ed ancora il documento del 22 maggio 2003, redatto sulla base di informazioni riservate e citato nella lettera dell'avv. Longhi alla TDIP dell'ottobre 2007,
le autorità marocchine avrebbero fermato per accertamenti durante il suo passaggio al confine con Melilla (Marocco) BRITEL Abou Elkassim, poiché in passato è stato segnalato quale frequentatore di un campo paramilitare in Afghanistan, condotto da "Al Qaida".
Inoltre, ha aggiunto, che dette autorità marocchine, nonostante non avessero elementi da sostenere il coinvolgimento del BRITEL nel noto attentato di Casablanca (Marocco), starebbero attualmente sottoponendo il medesimo ad interrogatorio.
L'ITALIA HA VENDUTO IL SUO CITTADINO ABOU ELKASSIM BRITEL AI SERVIZI MAROCCHINI, O MEGLIO QUESTI ULTIMI AGISCONO SU MANDATO ITALIANO !
Tant'è vero che la nota conclusiva delle indagini porta la data del 24 settembre 2003, e per il provvedimento di archiviazione devono trascorrere ancora tre lunghissimi anni, durante i quali le richieste d'archiviazione presentate dall'avv. Longhi non ottengono alcun esito. Senza la sua audizione alla TDIP probabilmente tale provvedimento non sarebbe ancora stato emanato…
- Visita ufficiale del Ministro D'Alema in Marocco, 2-3 aprile 2007
Il viaggio è preceduta da un incontro a Roma, il 27 marzo, tra il Ministro ed una delegazione del Marocco, guidata dal Ministro dell'Interno, Chakib Benmoussa.
D'Alema incontra il suo omologo marocchino, M. Mohamed Benaissa, esaminano diverse questioni bilaterali, l'emigrazione, le prospettive di collaborazione tra i due paesi e a livello dell'Unione Europea, ci informa l'agenzia di stampa marocchina Map.
In conferenza stampa il nostro Ministro definisce molto buone le prospettive di collaborazione e che è interesse dell'Italia accrescere gli investimenti in Marocco, cosi come assicura il sostegno dell'Italia alla domanda del Marocco volta ad ottenere uno statuto particolare nei confronti dell'Unione Europea.
In questo clima collaborativo, nulla trapela e non si ritiene opportuno informare né l'avv. Longhi, né tanto meno Khadija dell'esito della richiesta di liberazione di Abou Elkassim Britel che il Ministro dovrebbe aver reiterato con l'autorevolezza ed il convincimento che gli sono propri quando si è prefisso un obiettivo.
- Visita privata del Ministro Mastella
Sempre nell'aprile 2007, anche il Ministro della Giustizia italiano si reca in Marocco e, benché in visita privata, pranza con il suo omologo marocchino, Mohamed Bouzoubaa. Avranno discusso del caso Britel?
- L'inutile viaggio dell'avv.Longhi
Francesca Longhi dopo la mancata concessione della grazia a Kassim decide di andarlo a visitare, è seriamente preoccupata delle conseguenze che una simile successione di disillusioni, unita all'ingiustizia, alle angherie subite e al perdurare della detenzione possano provocargli. Ritiene questo incontro necessario e doveroso, perciò programma un breve viaggio.
Il 12 marzo 2007 contatta l'Ambasciata ed il Consolato italiani per informarli e chiedere che si attivino per ottenere i necessari permessi ed il 19 conferma al Consolato di aver fissato la visita per l' 11 aprile.
La sera del 10 si reca al Consolato Generale d'Italia a Casablanca per ritirare il permesso di entrata nel carcere di AÑ—n Borja, in quel momento le viene comunicato che le autorità marocchine hanno negato l'ingresso all'avvocato italiano di Abou Elkassim Britel! O meglio, il direttore autorizzava il Suo accesso alla prigione previo nulla osta del Presidente della Corte d'Appello di Casablanca, che inutilmente il Consolato sostiene di aver cercato di contattare per telefono.
Ed ancora, da una missiva del Consolato a Francesca Longhi, La procedura della richiesta previa dell'autorizzazione alla visita da parte di un avvocato straniero ad un detenuto diretta al Presidente della Corte d'Appello non trova precedenti, a memoria di questa Sede.
Un simile affronto ad una professionista, per di più straniera, contrasta con la cortesia che di solito i marocchini riservano ai loro ospiti. Forse si tratta di diretta conseguenza dei recentissimi incontri diplomatici e di fattiva collaborazione tra Italia e Marocco…
Dopo i fatti esposti, Khadija vorrebbe che, almeno una volta, non si ripetesse il sopruso quotidiano del silenzio, dell'indifferenza e della mancata assunzione di responsabilità che l'Italia riserva a Kassim e a lei e da così lungo tempo, perciò pubblicamente chiede:
perché lo Stato italiano abbandona Abou Elkassim Britel, la cui innocenza è provata e che già ha subito gravissime violazioni, in un carcere marocchino?
La vita di Kassim è in pericolo, e non solo per la mancanza di certezze che vige in Marocco.
Il Governo italiano non può più nascondersi dietro la doppia cittadinanza, o appellarsi alla sovranità marocchina, entrambi gli Stati ed i loro Governi hanno pesantissime responsabilità.
Chi permette colpevolmente il farsi ed il protrarsi di simili situazioni oggi più che mai non ha scuse, il primo ed il secondo rapporto di Dick Marty per il Consiglio d'Europa e la Risoluzione del Parlamento europeo ribadiscono con forza le responsabilità delle Autorità che abbiano avallato azioni in violazione ai diritti sanciti dalla Convenzione Europea, anche con comportamenti omissivi.
Ministro D'Alema, Governo Prodi è davvero troppo chiedere un ravvedimento sul caso di mio marito Abou Elkassim Britel? e che si concretizzi in un'azione immediata ed energica per ottenere il suo rilascio ed il rientro in famiglia?
AVV. FRANCESCA LONGHI – lettera alla Farnesina, 21 lug 03
FARNESINA – lettera all'avv. Francesca Longhi, 10 giu 05
FARNESINA – lettera all'avv. Francesca Longhi, 29 gen 07
FARNESINA – lettera alla moglie di Kassim, 2 feb 07
SEGR. PRESIDENTE CAMERA DEPUTATI – lettera all'avv. Francesca Longhi, 14 feb 07
MAP 3 apr 04 – sulla visita del Ministro D’Alema in Marocco
- Un aggiornamento, una conferma
Giugno 2007, Khadija indirizza una lettera al Presidente Napolitano, è una richiesta chiara e pressante, data la situazione.
A stretto giro di posta risponde il Consigliere Diplomatico del Presidente della Repubblica ed è la solita risposta, quella che già abbiamo visto più sopra a ribadire il totale disinteresse dello Stato italiano per la sorte di questo suo cittadino e della sua famiglia.
Ecco i due documenti:
KHADIJA 5 giu 07 – lettera al Presidente della Repubblica
CONSIGLIERE DIPLOMATICO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 8 giu 07 – risposta alla lettera di Khadija