Presentazione e scheda

 

Il sito racconta la vicenda di Abou Elkassim Britel e di sua moglie Khadija che si batte da anni per ottenere giustizia.

Kassim è una delle tante vittime della "guerra al terrore", uno dei tanti che, caduto nella rete del sospetto, è stato stritolato da una prassi purtroppo consolidata di mancato rispetto dei diritti più elementari, prassi che innumerevoli denunce ed azioni paiono solamente scalfire.


Kassim, pur essendo provata la sua innocenza, è stato sempre detenuto, dal 10 marzo 2002 ad oggi, segretamente o "ufficialmente" fatta eccezione per un periodo di 3 mesi nel 2003.

Khadija è una musulmana italiana, lavora come bibliotecaria, un lavoro utile e che le piace. L'hijab, che indossa ormai da anni, talvolta suscita curiosità, in qualche caso diffidenza, superate di solito grazie all'atteggiamento sereno e spontaneo con il quale cerca di mettere a proprio agio i suoi interlocutori. Questa vicenda ha procurato non pochi problemi a lei e alla sua famiglia d'origine, ora qualcuno comincia a capire e le ha restituito il saluto.

Lo scopo di questo racconto, corredato di alcuni dei documenti che Khadija ha raccolto negli anni, è quello di avere la giustizia che continua ad essere negata a lui, a lei e alle loro famiglie, perché chi ha il dovere e l'autorità per intervenire continua colpevolmente a tacere e a mantenere un comportamento equivoco ed irrispettoso del dolore e delle difficoltà che i due coniugi patiscono da così lungo tempo.

Per Kassim giustizia significa la liberazione ed il ritorno a casa in Italia, per Khadija è il riunirsi al suo sposo, che sempre è stato persona affidabile ed onesta.

Per entrambi, infine, significa rientrare a pieno titolo nella società liberi da quell'etichetta di "terroristi" o "presunti terroristi" che ha avvelenato, e non solo metaforicamente, questi durissimi anni della loro vita.


Kassim e Khadija ritengono che l'atteggiamento dignitoso, pacato e riservato tenuto in questi anni sia stato interpretato come paura, timore, o addirittura indice di colpevolezza.
Molti sono coloro che non hanno compreso che il comportamento sereno e coerente, pur nella grande sofferenza che provano, viene loro dalla fede e dalla pratica dell'Islàm, e dalla certezza di aver sempre cercato di agire nel bene.

Kassim e Khadija continuano a credere che sia possibile affermare la verità anche in tempi nei quali essa è disprezzata e sembra di poco valore, tempi nei quali tutto pare possa esser comprato e venduto.
E anche nel buio di quest'esperienza hanno incontrato persone degne: ricordano ognuna di loro con gratitudine e sperano di incontrarne molte altre attraverso questo sito.

I contenuti di www.giustiziaperkassim.net che state leggendo e quelli che seguiranno nel tempo, sono curati da Khadija, che ha molti impegni e non può garantire un aggiornamento veloce, cercherà di fare del suo meglio pubblicandoli poco per volta.

Un pensiero riconoscente a chi l'aiuta per la grafica e la parte tecnica.

 

Il caso Abou Elkassim Britel, violazioni continuate ed aggravate dei diritti umani:
10.03.2002-10.02.2003 : 11 mesi di sparizione forzata
16.05.2003-16.09.2003 : 4 mesi di sparizione forzata
10.03.2002 : 1^ arresto arbitrario a Lahore
24-25.05.2002 : extraordinary rendition da Islamabad a Rabat
25.05.2002-11.02.2003 : prima detenzione illegale e segreta a Témara
11.02.2003 : rilascio senza alcuna accusa in pessime condizioni psicofisiche
16.05.2003 : 2^ arresto arbitrario a Melilla, confine tra Marocco e Spagna
16.05.2003-16.09.2003 : seconda detenzione illegale e segreta a Témara
17.09.2003 : inizio detenzione "ufficiale" nella prigione di Salé
03.10.2003 : processo iniquo ed affrettato e condanna a 15 anni di prigione
07.01.2004 : processo d'appello, pena ridotta a 9 anni
27.10.2004 : la Corte Suprema marocchina respinge il ricorso
16.09.2006 : la Commissione del Parlamento europeo sui voli della CIA si occupa del caso
29.09.2006 : archiviazione senza rinvio a giudizio dell'inchiesta italiana
ad oggi ancora detenuto nel carcere di Kenitra in Marocco.

Le azioni per la liberazione di Kassim, innocente e prigioniero da oltre 8 anni, nulla hanno potuto: Marocco e Italia ignorano la tragedia che ha distrutto la vita di un uomo e della sua famiglia e che continua.

Il caso Britel è stato trattato in Marocco da AMDH e AN-NASIR e nel mondo da: FIDH Fédération Internationale des Droits de l'Homme, HUMAN RIGHTS WATCH, AMNESTY INTERNATIONAL, ACLU American Civili Liberties Union, STATEWATCH, CAGEPRISONERS, FAIR TRIALS INTERNATIONAL, ECLN European Civil Liberties Network, ACAT ITALIA e dalla Commissione TDIP e dal Parlamento europeo, dal Comitato Onu contro la tortura.