Giustizia per Kassim !

 

 

Abou Elkassim Britel, giugno 2014

Abou Elkassim Britel oggi: video reportage su FRANCE24.                                           

 

Due articoli in Mondo Solidale di Repubblica.it                       13 luglio 2014

 

Link e info sul blog… leggi tutto

 

 

 

Soffrire di tortura: una petizione per Abou Elkassim Britel                                        5 luglio 2014

Per quasi tre anni questo sito e il blog hanno taciuto, non perché non ci fosse nulla da dire.
Rientrare a casa, senza tornare davvero ….
leggi tutto

 

Per favore, sostieni la richiesta di scuse per Kassim Britel                                        giugno 2014

Si prega di aderire a questo invito a presentare scuse per una vittima di tortura.

Dall'11 settembre 2001, oltre 135 persone sono state sequestrate, rapite e torturate, come parte del programma di consegne straordinarie – extraordinary rendition –  degli Stati Uniti (Globalizing Torture, OSJI).  Abou Elkassim Britel, cittadino italiano di origine marocchina, è uno di loro.

"Il torto è stato fatto, purtroppo. Quello che posso chiedere adesso è una qualche forma di riparazione, in modo che io possa avere un nuovo inizio e cercare di dimenticare, anche se non sarà facile … voglio scuse. È solo giusto dire che qualcuno che ha fatto qualcosa di sbagliato deve chiedere scusa". - Abou Elkassim Britel

Con gli Stati Uniti in testa, Pakistan, Italia e Marocco hanno collaborato nell'abuso di Britel. Una sintesi del terribile calvario subito da Britel e dalla sua famiglia è qui.
Britel chiede le scuse da parte del governo degli Stati Uniti. Egli merita delle scuse da parte dello Stato del North Carolina, che ospita la  Aero Contractors, operatore del suo volo di rendition per conto della CIA.

NC-Stop Torture Now e un team di studenti di giurisprudenza guidato dalla professoressa Deborah Weissman, in un Seminario sulla politica dei diritti umani presso la University of North Carolina School of Law, chiedono il riconoscimento ufficiale, le scuse  e la riparazione per il signor Britel perché:
(1) la semplice umanità lo richiede;
(2) noi non perdoniamo gli spaventosi abusi commessi in nostro nome; e
(3) il riconoscimento e le scuse sono essenziali per contribuire a garantire che queste violazioni dei diritti umani non si ripetano più.
L'ACLU ha rappresentato Britel e altri attori in una causa, ma il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti è intervenuto e ha chiuso il caso.
Una petizione elettronica on-line per i quattro governi è disponibile qui. Oppure, è possibile stampare questa versione, farla circolare tra amici, comunità di fede, attivisti e inviare a:
Britel Apology  NC Stop Torture Now P.O. Box 12707 Raleigh, NC 27605
Oppure, scansione e e-mail a: contact@ncstoptorturenow.org  
Grazie!

(Traduzione del testo di North Carolina Stop Torture Now) 

 
Abou ElKassim Britel 5 mesi dopo                                                                     13 settembre 2011
La liberazione tanto attesa e improvvisa.
Il ritorno a casa …. leggi tutto

Nessun "segreto di stato" per gli affari legati alle rendition                             1 settembre 2011

Mentre gli Stati Uniti si ostinano nell’utilizzo spregiudicato del “segreto di stato” negando così giustizia alle vittime della “guerra al terrore,” un contenzioso fra due società di voli charter porta a conoscenza dell’opinione pubblica mondiale il costo dei trasferimenti illegali operai dalla Cia, conferma piani di volo e svela altri trasferimenti.

I documenti depositati in tribunale contengono informazioni dettagliate sui costi e sulla logistica finora sconosciute, che completano quelle già raccolte da Consiglio d'Europa e Parlamento europeo sul programma delle consegne straordinarie.

Stati Uniti, come le compagnie aeree guadagnavano grazie alla tortura
Controversia su una fatturazione rivela dettagli sui voli di rendition della Cia 

Informazioni sul lavoro del Parlamento europeo in relazione al caso Britel sono disponibili qui

 

Indagare per torture Bush e altri alti funzionari                                        luglio 2011

"Il Presidente Obama ha finora trattato la tortura come una scelta politica sbagliata, piuttosto che come un crimine. Ma la sua decisione di porre fine alle pratiche di interrogatorio abusive rimarrà facilmente reversibile a meno che venga chiaramente ristabilito il divieto assoluto contro la tortura".
Nel comunicato la Ong presenta un nuovo rapporto "Torturare e farla franca:  L'amministrazione Bush e il maltrattamento dei detenuti"

Un riassunto del rapporto in italiano è disponibile qui. Accedi all’originale in inglese da qui
Fonte: il sito di Human Rights Watch

 

Nessun processo per le vittime di extraordinary rendition                                  16 maggio 2011

Gli Stati Uniti opponendo ancora una volta il "segreto di stato" hanno umiliato di nuovo chi ha già subito danni irreparabili. La Suprema Corte ha definitivamente rifiutato di rendere giustizia alle vittime di rendition e tortura.

Negli Stati Uniti, a oggi nessuna vittima di tortura e rendition ha potuto ricorrere in tribunale.

Abou Elkassim Britel è uno dei ricorrenti nella causa intentata dall’Aclu in favore di cinque vittime delle "consegne straordinarie".

Altre notizie in questa pagina e sul sito dell’associazione americana.
Il comunicato di Aclu, con i commenti dei legali, in inglese: qui 

 

Abou ElKassim Britel

finalmente a casa !

 
kassim esce dal carcere di kenitra, 14.04.2011
 Aprile 2011
 
Da qualche giorno siamo rientrati in Italia dopo l'improvvisa liberazione di Kassim il 14 aprile.

Kassim è ancora molto stanco e provato, cerca di fare un po' di sport, ma avrà bisogno di tempo per rimettersi in salute.

 
Ora cerchiamo di riprendere una vita serena, di tornare alla normalità.
 
Ringraziamo di cuore quanti ci hanno sostenuto e aiutato, un saluto
Kassim e khadija
 
 
guarda il video della liberazione di Kassim, 14 aprile 2011
 
 

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Un saluto a chi visita il sito ed alcune indicazioni. È in linea dal 15 maggio 2007. Ripropongo il testo di allora, ancora drammaticamente attuale:
GIUSTIZIA PER KASSIM, PERCHÉ?

Vi presento mio marito. Sì, quello che vedete nella fotografia, si chiama ABOU ELKASSIM BRITEL, detto KASSIM.
È un cittadino italiano, ma prima di tutto un essere umano, che ha subito di tutto dal marzo 2002: arresti illegali, detenzioni in segreto, extraordinary renditions, torture fisiche e psicologiche, interrogatori violenti, processo iniquo e viziato, carcere duro, anni di indagine conclusa con l’archiviazione, …
speranze, aspettative, delusioni,
INNOCENTE ma sempre detenuto e lo resterà sino a settembre 2012 se…
non otterrà la giustizia che gli spetta e che gli viene negata.
La nostra storia vi sembra incredibile? Vi interessa? Volete sapere ciò che accade e che non viene raccontato?
Visitate questo sito, perché l’ ingiustizia cessi, perché possiamo tornare ad una vita degna di tale nome, è nostro diritto irrinunciabile!
A chi crede che i diritti umani siano da rispettare sempre e comunque e, perciò vorrà sostenerci, il nostro grazie. Khadija

 

In questa pagina le ultime notizie.
Dal blogroll qui a fianco si accede alle pagine che trattano la vicenda e contengono i documenti, agli audio ed ai video, ed altro.  Per commenti ed  altre informazioni è attivo il blog :
LIBERTA' PER KASSIM

  

Abou ElKassim Britel

Ingiustizia e silenzio:

la pena continua

 

www.aclu.org CHIEDERE SEMPRE GIUSTIZIA                                 dicembre 2010

In occasione della Giornata mondiale dei Diritti umani l'ACLU presenta un rapporto sulle vittime di violazioni che si vedono negare giustizia dagli Stati Uniti. Il comunicato in inglese qui

Aclu non dimentica le vittime di extraordinary rendition:

Volti di giustizia negata – Vittime del programma di Tortura USA                   10 dicembre 2010

Binyam Mohamed     Abou Elkassim Britel     Ahmed Agiza     Bisher al-Rawi

Binyam Mohamed, Abou Elkassim Britel, Ahmed Agiza, Mohamed Bashmilah e Bisher al-Rawi, vittime del programma di tortura degli Stati Uniti, cui è stato negato il processo in un tribunale degli Stati Uniti perché il governo sostiene che la loro tortura è un "segreto di stato"

L'ACLU ha intentato una causa federale contro la Jeppesen DataPlan, Inc., una sussidiaria della Boeing Company, per conto di cinque sopravvissuti al programma di consegne straordinarie.
L’accusa sostiene che Jeppesen consapevolmente partecipò a queste rendition, fornendo un piano di volo critico e servizi di supporto logistico per aeromobili ed equipaggi utilizzati dalla CIA per far sparire con violenza questi cinque uomini ai fini di tortura, detenzione e interrogatorio.
Secondo i rapporti pubblicati, Jeppesen ha avuto la concreta conoscenza delle conseguenze delle sue attività.
Un ex dipendente di Jeppensen ha informato la rivista New Yorker che, in una riunione interna aziendale, un alto funzionario Jeppesen ha dichiarato: «Facciamo tutti i voli di extraordinary rendition – sapete, i voli della tortura. Ammettiamolo, alcuni di questi voli vanno a finire in quel modo.»

Poco dopo la presentazione della causa, il governo è intervenuto e ha affermato il privilegio del "segreto di stato", sostenendo che ulteriori controversie metterebbero a repentaglio gli interessi della sicurezza nazionale, anche se gran parte delle prove necessarie a supporto della causa era già nota all’opinione pubblica.
Due anni fa, il tribunale competente accettò le affermazioni dell’Amministrazione Bush in merito al privilegio del "segreto di Stato" permettendo di mettere fine a tutto il procedimento.
Nell'aprile 2009, tuttavia, tre giudici del 9° Circuito della Corte d'appello federale hanno invertito tale decisione riguardo alle obiezioni dell’Amministrazione Obama.
L'amministrazione in seguito ha chiesto un’udienza dinanzi alla corte al completo, affermando ancora una volta il diritto di stroncare una causa legale contro una società che era complice consapevole di tortura. Nel mese di settembre 2010, in seduta plenaria la corte d'appello federale del Nono Circuito ha annullato la decisione di aprile 2009 e ha respinto l'azione legale, accettando la tesi della amministrazione Obama che la causa non poteva essere discussa senza rivelare segreti di Stato.

Il 7 dicembre 2010 l'ACLU ha presentato un ricorso "certiorari"* alla Corte Suprema chiedendo alla Corte di riesaminare la decisione del tribunale di grado inferiore che ha respinto la querela contro Jeppesen.

*termine legale che indica la richiesta a una corte superiore di riesaminare le decisioni di una corte inferiore.

Originale:
http://www.aclu.org/national-security/faces-justice-denied-victims-us-torture-program

Il Governo ha abusato del privilegio dei "Segreti di Stato" per evitare le  responsabilità sulla tortura, afferma l’associazione                                                                           8 dicembre 2010

WASHINGTON – L'American Civil Liberties Union  ha chiesto la notte scorsa alla Corte Suprema di rivedere una decisione del tribunale di grado inferiore che respingeva la sua causa contro una sussidiaria di Boeing, la Jeppesen DataPlan, Inc., per il ruolo della società nel programma di consegne straordinarie [extraordinary rendition] dell'amministrazione Bush.
L'ACLU e l’ACLU della California del Nord hanno presentato la querela nel maggio 2007 a nome di cinque uomini che erano stati rapiti dalla CIA, brutalmente scomparsi  in prigioni americane all'estero e torturati.
Anche se il governo federale non è stato inizialmente chiamato in causa, esso è intervenuto al solo scopo di sostenere che la causa doveva essere respinta sulla base del privilegio dei "segreti di Stato".
«Fino ad oggi, non una sola vittima del programma di tortura dell'amministrazione Bush ha avuto la sua giornata in un tribunale degli Stati Uniti», ha detto Ben Wizner, Direttore delle Controversie del National Security Project di ACLU.
«Il governo ha abusato del privilegio dei 'segreti di Stato' per negare giustizia alle vittime di tortura e proteggere i loro torturatori da ogni  responsabilità. La Corte Suprema dovrebbe riaffermare l'impegno storico del nostro paese per i diritti umani e lo stato di diritto, consentendo di proseguire questo processo.»
Nel mese di aprile 2009, una commissione di tre giudici della Corte d'Appello del Nono Circuito ha stabilito che il governo non poteva invocare il privilegio del segreto di Stato su tutta la causa, ma, invece, poteva appellarsi a tale privilegio relativamente a prove specifiche.
L'amministrazione Obama ha  impugnato quel decreto, e in dicembre il caso è stato ridiscusso di fronte a una commissione di 11 giudici del Nono Circuito. La corte d'appello ha confermato l'archiviazione del caso 6 a 5. 
«Il governo continua a ricorrere al privilegio dei 'segreti di Stato' per evitare che l'esame giudiziario della tortura minacci il principio fondamentale della separazione dei poteri», ha detto Steven Watt, avvocato dello staff ACLU nel Human Rights Program.
«Nessun tribunale ha ancora adempiuto alla sua funzione critica costituzionale di pronunciarsi sulla legittimità delle politiche di tortura dell'amministrazione Bush. La Corte Suprema dovrebbe accogliere questa causa e affermare che le vittime di tortura hanno diritto a un risarcimento.»

«La Corte Suprema non ha esaminato l'abitudine del governo di ricorrere al privilegio del 'segreto di Stato' per oltre mezzo secolo. Negli ultimi anni, abbiamo visto il ramo esecutivo impegnarsi in gravi violazioni dei diritti umani, dichiarare quelle attività 'segreti di Stato', e in tal modo evitare qualsiasi controllo giudizario o di responsabilità», ha dichiarato Steven R. Shapiro, direttore legale della ACLU.
«Poiché il ramo esecutivo sempre più spesso, per un numero di ragioni sempre maggiore, si appella al privilegio dei "segreti di Stato" è fondamentale che la Corte esamini il suo utilizzo. In un sistema basato sul rispetto dello Stato di diritto, il governo non ha nessuna facoltà di violare i diritti umani fondamentali e di eludere la revisione giurisdizionale.»

Avvocati della causa sono Wizner, Watt, Shapiro e Jameel Jaffer della ACLU nazionale, Alan L. Schlosser e Julia Harumi Mass della ACLU della California del Nord, Paul Hoffman dello studio legale Schonbrun DeSimone Seplow Harris & Hoffman LLP e Hope Metcalf della Yale Law School Clinic Lowenstein. Inoltre, Margaret L. Satterthwaite della International Human Rights Clinic della New York University School of Law e Clive Stafford-Smith di Reprieve rappresentano i querelanti in questo caso.

Il ricorso di ACLU alla Corte Suprema è disponibile online all'indirizzo:
www.aclu.org/national-security/mohamed-et-al-v-Jeppesen-DataPlan-inc-petition-certiorari

Altre informazioni :
http://www.aclu.org/national-security/mohamed-et-al-v-jeppesen-dataplan-inc

Originale:
http://www.aclu.org/national-security/aclu-asks-supreme-court-hear-extraordinary-rendition-case
 

 

ALKARAMA for Human Rights

ALKARAMA al Relatore speciale ONU sulla Tortura  30 novembre 2010

Grazie ad Alkarama il caso di Abou ElKassim Britel viene di nuovo sottoposto al Relatore speciale Onu sulla Tortura. In una lettera, gli avvocati della Ong ricordano la vicenda ed espongono tutta la preoccupazione per il trasferimento violento e le dure condizioni nel reparto speciale del carcere di Kénitra dove si trova ora.
Alkarama insieme alla ACLU (American Civil Liberties Union) era già intervenuta per Kassim presso i Relatori Onu il 25 giugno 2009 [si veda più in basso in questa pagina].

Il 27 novembre un'altra comunicazione di Alkarama per le vittime del trasferimento forzato del 9 ottobre è partita alla volta dell'Onu.

In particolare vengono portati all'attenzione del Relatore speciale le torture, i trattamenti disumani e umilianti toccati ai detenuti, puniti in questo modo per i numerosi scioperi della fame attuati per protestare contro iter giudiziari iniqui e contro le insopportabili condizioni di carcerazione.

I comunicati di Alkarama in arabo e in francese:

Maroc : M. Abou Elkassim Britel, victime de tortures et de traitements cruels en détention

Maroc : Youssef Al-Khammal et les autres détenus transférés vers la prison de Kenitra victimes de tortures 

  

È di Human Rights Watch l'ennesimo rapporto sulle detenzioni illegali in Marocco    ottobre 2010                                                  

Non si rispettano i diritti umani, non si rispetta la legge dello Stato e questo avviene "regolarmente".

Una prassi consolidata negli anni soprattutto nei confronti delle persone sospettate di terrorismo, è quanto conferma « ‘Stop Looking for Your Son’: Illegal Detentions Under the Counterterrorism Law in Morocco » («‘Smetti di cercare tuo figlio’: Detenzioni illegali nel quadro  della legge antiterrorismo in Marocco»), presentato a Rabat lo scorso 25 ottobre.

HRW riafferma, tra l'altro, che tali violazioni furono già praticate nei confronti delle persone processate nel 2003, centinaia delle quali sono ancora detenute dopo processi iniqui.

Inquieta leggere che tutto il vergognoso iter toccato a Abou Elkassim Britel è tuttora "regolarmente" in uso e che il lavoro della Commissione per l'Equità e Riconciliazione (IER) è stato vanificato dalla rinuncia a mettere in atto le sue conclusioni.
Nulla cambia ed altre persone si vedono negare giustizia, altre famiglie sono precipitate nell'incertezza e nel dolore.

Il rapporto prende il nome dalla frase di un funzionario detta a Rachida Baroudi, una madre coraggiosa. Disperata per la scomparsa del figlio andò a cercarlo fino alla sede dei servizi (la sua storia qui).
Il circostanziato comunicato stampa di HRW, in traduzione italiana, da leggere qui.
Il rapporto in lingua inglese qui e in lingua araba qui.   

La foto ©2004 Getty Images : Manifestanti davanti alla sede della Direction de la Surveillance du Terrritoire (DGST) a Témara, a sud della capitale marocchina Rabat, il 27 luglio 2004. Questi manifestanti accusavano la DGST di disporre di un centro di detenzione segreta, nel quale certe persone arrestate nell’ambito della legge antiterrorismo sarebbero state sottoposte ad atti di tortura.

 

Marocco : Violenza su Abou Elkassim Britel trasferito nel carcere di Kenitra il 9 ottobre 2010

Informazioni qui e su LIBERTA' PER KASSIM

 
“Extraordinary renditions”: Ufficiali del Pentagono sequestrano, torturano, e poi si assolvono                                                                                                        11 settembre 2010
Un articolo di Michele Paris per www.altrenotizie.org

Con una vergognosa sentenza, qualche giorno fa un tribunale federale americano ha bocciato una causa intentata da cinque vittime delle cosiddette “deportazioni straordinarie” contro il governo americano e una compagnia aerea privata.
Il verdetto rappresenta una chiara vittoria per il presidente Obama, il quale, nonostante i proclami durante la campagna elettorale del 2008, aveva da subito seguito le orme del suo predecessore nell’ambito della sicurezza nazionale. A prevalere è stato il “privilegio” del segreto di Stato, invocato per bloccare sul nascere qualsiasi iniziativa legale nei confronti dei metodi illegali adottati nella lotta al terrorismo a partire dall’11 settembre 2001.
La controversia legata alle “extraordinary renditions” dirette dalla CIA era iniziata nel maggio del 2007, quando l’American Civil Liberties Union (ACLU) aveva presentato un esposto per conto del cittadino etiope legalmente residente in Gran Bretagna, Binyam Mohamed, e di altri quattro presunti terroristi, tra cui il marocchino naturalizzato italiano Abou Elkassim Britel         … >>>

Fonte : www.silviacattori.net
 
 
 
Il 4 gennaio è terminato lo sciopero della fame. Abou Elkassim Britel  non si alimentava dal 24 novembre 2009. Per aggiornamenti e informazioni visitate il blog e la pagina dedicata alla sua difficile quotidianità nelle carceri del Marocco, grazie.  
                                                                                                          
 
Render conto della tortura                                   29 giu 2009
 
Megachip mette a disposizione la traduzione in lingua italiana del comunicato stampa di American Civil Liberties Union e Alkarama for Human Rights, sulla richiesta ai Relatori Speciali Onu per il caso di Abou Elkassim Britel.
 
Ecco la dichiarazione dell'avv. Rachid Mesli, direttore del Dipartimento giuridico di Alkarama, sulla condizione di Kassim:
Secondo il resoconto dello stesso Britel sul suo trattamento e la lunga storia documentata della tortura e degli abusi nei centri di detenzione gestiti dal governo marocchino, abbiamo un solido presupposto per ritenere che il signor Britel sia stato, e sia tuttora, sottoposto a tortura.
Britel e tutte le altre vittime delle "extraordinary rendition" meritano il loro passaggio in tribunale e processi equi, non viziati da prove ottenute con la tortura. Ci auguriamo che i relatori speciali agiscano immediatamente sulla nostra istanza di rivolgere un'attenzione molto più rapida e necessaria al caso di Britel, prima che le condizioni in cui è tenuto cagionino ulteriori danni alla sua salute fisica e psicologica.
Leggi l'intero comunicato :
http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=9297
 
Sul sito e sul blog per i diritti dell'ACLU prosegue l'iniziativa accountability for torture (render conto della tortura), informazione, denuncia e azione sulla tortura.
 
Fonti:
Alkarama for Human Rights
American Civil Liberties Union
Blog of Rights ACLU   
MEGAchip
Grazie a Pino Cabras per la traduzione. 
 
 
 
Per Abou Elkassim Britel : iniziativa all'ONU, in occasione della giornata a sostegno delle vittime di tortura                     

L'American Civil Liberties Union e Alkarama for Human Rights si rivolgono al Relatore Speciale Onu sulla Tortura e a quello per la Promozione e Protezione dei Diritti Umani affinché indaghino sul caso Britel e sollevino il caso con i governi di Stati Uniti, Marocco, Pakistan e Italia.

Il comunicato stampa del 25 giugno 2009 :
Italian "Extraordinary Rendition" Victim Still Held In Morocco Based On Tortured Confession – Rights Groups Ask U.N. Special Rapporteurs To Investigate And Take Action
Fonte: il sito dell'American Civil Liberties Union (ACLU)  www.aclu.org
 
E sul blog dell'ACLU Nahal Zamani intervista  Khadija :
Awaiting an End to Injustice: Rendition Victim’s Wife Speaks About Accountability and Torture
Fonte : The Blog of Rights dell'ACLU http://blog.aclu.org/
 
26 giugno - giornata mondiale contro la tortura 26 giugno – Giornata mondiale ONU a sostegno delle vittime di tortura

 ABOU ELKASSIM BRITEL È ANCORA INGIUSTAMENTE DETENUTO

 
Mi dissero che se avessi raccontato questa storia come la leggevano, sarei andato in tribunale come testimone e la tortura sarebbe terminata. Non ce la facevo più [...]  e alla fine ripetei quello che mi avevano letto. (1)

E se, quando avevi finito di rovinargli per sempre la vita, veniva fuori che ti avevano dato l'uomo sbagliato, potevi concedergli il privilegio di farti da spazzino e raccogliere il pattume degli altri prigionieri. (2)

Anche nel 2008 abbiamo ricordato questo giorno. Un altro anno di vita è andato, perso in una pena infinita per Kassim, in sforzi inutili per me. … continua a leggere

 

Caso Britel : I fatti dell'amministrazione Obama, il governo italiano, la tortura e la giustizia in Marocco                                                                                                            17 giugno 2009

NEW YORK – L' American Civil Liberties Union (ACLU) rende noto che l'amministrazione Obama si oppone alla decisione della corte sul processo intentato contro la Jeppesen da 5 vittime di extraordinary rendition, avallando di fatto l'impunità per coloro che decisero ed applicarono i programmi di consegna straordinaria e di tortura …        leggi tutto >>>

 


Dal Marocco, due articoli di Le Journal Hebdomadaire
                           maggio 2009

Il ritorno della tortura di Aziz Yaakoubi – Le Journal Hebdomadaire, n° 394 1-8 maggio 2009

Dopo una riduzione dei casi durante gli anni ’90, la tortura torna in forza nelle stanze dei commissariati e dei centri di detenzione. Un modus operandi che colpisce quasi tutti gli arrestati. Qualsiasi sia la natura delle accuse.

Nuovo regno, nuova era. Parole ben cucinate nelle arcane del Potere e che suonano come degli slogan. L’effetto annuncio è passato, si ritorna ai vecchi metodi. «Ammanettato, gli occhi bendati, sono stato torturato per due mesi senza tregua, un periodo durante il quale sono stato sottoposto a diverse sedute di tortura, senza aver diritto di chiamare un avvocato, e nemmeno di avvisare la famiglia…». In una lettera indirizzata all’opinione pubblica e che suona come una testimonianza proveniente direttamente dagli anni di piombo, Abdelkader Belliraj, l’uomo che è stato presentato come un pericoloso terrorista ed il cui processo non è finito bene, racconta il suo calvario con i servizi di sicurezza marocchini. Gli ufficiali, soprattutto i responsabili del ministero della Giustizia e dell’Interno, continuano a far finta di niente, o ad affermare (nelle rare occasioni nelle quali rilasciano dichiarazioni) che si tratta si false accuse e di una versione difensiva. Tuttavia la legge ….  leggi tutto  >>>

Originale : http://www.lejournal-press.com/archive_articles.php?id=556
Traduzione in italiano : http://www.ossin.org/marocco/marocco-tortura-torturati.html

Lo «sbianchimento» della tortura
di Khalid Jamaï – Le Journal Hebdomadaire, n°395 9-15 maggio 2009
La rubrica 'Décryptage' pubblicata la settimana scorsa da Le Journal Hebdomadaire ha appena ricordato che la tortura fa ancora parte della nostra vita quotidiana, nonostante le nuove disposizioni del codice penale, nonostante le condanne di organizzazioni per i diritti umani sia a livello nazionale e internazionale. Certamente, con il sostegno di molti testimoni, questo richiamo si è reso necessario perché bisogna rendere la vergogna più vergognosa e lo scandalo più scandaloso. Ma mi sembra che quando si parla di impunità, non si vada fino in fondo. …      leggi tutto >>>

Originale in francese : http://www.lejournal-press.com/archives_peri.php?id=639

 

Abou Elkassim Britel, sette anni dopo parliamo ancora di extraordinary rendition                                                                                                                                      21 maggio 2009  

Non finirà la vergogna delle extraordinary rendition finché restano in detenzione vittime, la cui sorte nell'ombra del silenzio è ignorata e taciuta. A sette anni dalla terribile notte – tra il 24 e 25 maggio 2002 – nella quale Abou Elkassim Britel subì questa violenza e perdurando il tempo infinito della pena iniqua e insensata che continua a scontare,      …. >>>

 
 
Abou Elkassim Britel, aggiornamenti                                                                     14 maggio 2009

MaroccoUn comunicato dell'associazione An-nasir, che sostiene le famiglie dei detenuti islamici, promuove domani a Rabat … ItaliaDue articoli di ieri,  un audio, Giovanni Bianchini e Andrea Minoglio: …       leggi tutto

 

Buona informazione sul caso Britel e sull'evoluzione della "guerra al terrorismo"
« Guantánamo e altre storie di terrore » è puntata di Diario Americano del 10 maggio 2009  …  leggi e ascolta

 

Abou Elkassim Britel: un'importante vittoria alla Corte degli Stati Uniti   7 maggio 2009

Queso è un estratto da I primi 100 giorni di Obama: Messaggi contrastanti sulla tortura, un articolo di Andy Worthington, giornalista e autore di The Guantánamo Files: The Stories of the 774 Detainees in America's Illegal Prison (Pluto Press).

Un esempio del tentativo dell'amministrazione Obama di bloccare le indagini all'interno delle politiche di tortura del suo predecessore riguarda una causa inizialmente proposta dalla ACLU contro Jeppesen Dataplan, Inc., una consociata di Boeing, a nome di cinque prigionieri sottoposti a "extraordinary rendition" e a tortura (Binyam Mohamed, Ahmed Agiza, Abou Elkassim Britel, Mohamed Farag Ahmad Bashmilah and Bisher al-Rawi), che citavano la società per danni sulla base del coinvolgimento nel loro calvario come "agente di viaggio" della CIA. L'amministrazione Bush era intervenuta una prima volta, invocando la poco utilizzata dottrina dei segreti di Stato, e chiedendo un rinvio dell'intera azione prima che Jeppesen depositasse una risposta al reclamo, e quando il caso è stato ripreso nel mese di febbraio, l'amministrazione Obama ha seguito di nuovo la causa, copiando servilmente il suo predecessore, come ha fatto con Bagram. Per correttezza, se l'amministrazione ha stabilito che gli operatori al più alto livello non rispondano dei crimini sanzionati, era quindi logico che essa sarebbe intervenuta per impedire che imprenditori della Jeppesen dovessero render conto delle responsabilità, ma quando il caso è stato esaminato dalla Corte d'Appello del 9° Circuito, i giudici – guidati da Michael Daly Hawkins, e con l'accordo dei giudici Maria M. Schroeder e Canby William C., Jr. – non ritenevano la questione politica, ma legale, e non hanno esitato a demolire la causa del governo. La partecipazione di Jeppesen, e la conoscenza del programma di rendition è stata rivelata in realtà in una straordinaria dichiarazione di Sean Belcher, un ex dipendente, che ha affermato che il direttore di Jeppesen Internazional Trip Planning Services, Bob Overby, gli aveva detto, "Facciamo tutti i voli di extraordinary rendition", che ha indicato anche come "voli della tortura" o "voli fantasma". Belcher ha dichiarato che "ci sono stati alcuni dipendenti che non erano a proprio agio per questo aspetto delle attività della Jeppesen", perché sapevano che "alcuni di questi voli si concludevano" con la tortura dei passeggeri. Egli ha dichiarato che Overby aveva spiegato, "che questo è il solo modo possibile, li stiamo facendo" perché "i voli sono pagati molto bene". Questa dichiarazione è stata citata dai giudici …  >>>
Fonte : il sito di Andy Worthington, al quale si rimanda per informazioni sull'autore, storico e giornalista indipendente. Di grande interesse Guantánamo : The Definitive Prisoner List, marzo 2009. La sentenza della Corte Federale, in lingua inglese: qui
Originale : Obama’s First 100 Days : Mixed Messages On Torture, 7 maggio 2009.

 

Tribunale Federale autorizza la prosecuzione della causa di rendition sostenuta dall'ACLU                                                                                             28 aprile 09

"Questa storica decisione segna l'inizio, non la fine, di questo contenzioso", ha detto Ben Wizner, avvocato dello staff di ACLU National Security Project, che ha sostenuto la causa per i querelanti. "I nostri clienti, che sono tra le centinaia di vittime della tortura sotto l'amministrazione Bush, hanno atteso per anni solo per varcare la porta del tribunale. Ora, finalmente, avranno la loro giornata in tribunale. La sentenza odierna demolisce una volta per tutte il falso giuridico, avanzato dall'amministrazione Bush e continuato dall'amministrazione Obama, per cui i fatti noti in tutto il mondo potrebbero essere considerati 'segreti' in un'aula di tribunale".

"Nella sua sentenza, il giudice ha scritto che "le prerogative della sicurezza nazionale dell'Esecutivo non sono gli unici valori costituzionali in gioco" …

"Il programma di extraordinary rendition è ben conosciuto in tutto il mondo", ha detto Steven Watt, un avvocato del personale ACLU Human Rights Program. "L'unico posto dove non è stato discusso è quello in cui è più necessario che venga sottoposto ad analisi – cioè un tribunale statunitense. Permettere a questo causa di andare avanti è un passo importante verso la riaffermazione del nostro impegno a livello nazionale e internazionale in materia di diritti umani e il ripristino di un'America di cui possiamo essere fieri. Le vittime di extraordinary rendition meritano la loro giornata in tribunale ". …  leggi tutto >>> Una buona notizia, un passo avanti e non solo per Kassim Britel che è uno dei ricorrenti, grazie ACLU !

 

« Il detenuto Britel, torturato e ignorato » e quel che succede nel mondo                                                                                                       27 aprile 2009

Marocco. Kassim è assai stanco, svuotato di speranze e futuro, cerca di occuparsi della quotidianità nel reparto 4 del carcere di Oukasha. Cibo, pulizia ed igiene sono le sue preoccupazioni, visto che … Italia. Il ministro Frattini risponde duramente alla lettera degli europarlamentari … Alla mia del 28 febbraio ha ritenuto di non rispondere, … Stati Uniti. L'American Civil Liberties Union chiede che venga discusso il ricorso contro la Jeppesen, che si occupò anche della rendition di Kassim nel 2002, in quanto il segreto di Stato   … Da New York, ancora una volta, Claudio Gatti scrive di Kassim: Il detenuto Britel, torturato e ignorato è il titolo dell'articolo per Il Sole24ore del 21 aprile … leggi tutto >>>


Caso Britel : una lettera a Frattini
                                                          
21 marzo 2009

Così Carta quotidiano del 19 marzo dà la notizia dell'invio da parte di dodici parlamentari europei al ministro degli esteri italiano. Ancora una volta a scriverne è Enzo Mangini, che ha incontrato Kassim insieme ai deputati italiani nel febbraio 2007 ( vedi alla pagina: In Italia qualcosa si muove ) nel carcere di Äin Borja.

Non dirò per l'ennesima volta dello strato di prostrazione di Kassim, che non sopporta più l'iniquità che gli ruba la vita, né delle nostre speranze deluse al punto di non avere più parole, di vergognarci quasi della tristezza che la nostra vicenda suscita in chi con noi ha creduto in una soluzione di giustizia.

Riporto allora la conclusione dell'articolo di Carta, che spiega, almeno in parte, la posizione italiana:

Vedremo cosa risponderà Frattini. E soprattutto se l'eventuale risposta non sarà il solito, usuale «impegno» ma qualcosa di più concreto. Kassim ha aspettato abbastanza: attraverso le sbarre della sua cella sono passate le parole di tre governi. E più passa il tempo, più si rafforza l'idea che l'indifferenza istituzionale dipenda anche dal fatto che Kassim è sì cittadino italiano, ma anche musulmano e osservante. Quindi un po' meno «italiano» di quanto sarebbe politicamente accettabile per giustificare il pieno coinvolgimento del governo di Roma nella sua liberazione.

L'articolo di Carta, Caso Britel : una lettera a Frattini

La lettera degli europarlamentari, 17 marzo 2009

La corrispondenza precedente tra parlamentari europei e i ministri degli esteri italiani sono sul blog : Da Strasburgo al Ministro Frattini per Abou Elkassim Britel

Nello stesso post si può ascoltare anche l'on. Claudio Fava che, in un servizio di Radio Popolare, parla dell'atteggiamento dei governi italiani e della recente Risoluzione adottata dal Parlamento europeo sul tema dei voli Cia. Dal sito del Parlamento europeo la risoluzione del 19 febbraio 2009, che ribadisce il rispetto dei diritti umani e la necessità di azioni etiche e positive da parte degli stati, anche nella lotta contro il terrorismo.

 

10 marzo 2002 – Abou Elkassim Britel perdeva la sua libertà.         10 marzo 2009

A sette anni dal fermo illegale è ancora detenuto in totale spregio alla sua provata innocenza.

Un posto di blocco a Lahore, il taxi su cui Kassim viaggia viene controllato. Esibisce il suo passaporto di cittadino italiano e scompare  … >>>

 

 

Abou Elkassim Britel : l'indifferenza di uno Stato che ogni giorno rinnega i propri valori fondanti e ignora un cittadino ingiustamente detenuto e la sua famiglia. Binyam Mohamed : l'azione di uno Stato che riporta a casa un residente detenuto a Guantanamo.            …  >>> 24 febbraio 2009

 

EXTRAORDINARY RENDITION : L'AMERICAN CIVIL LIBERTIES UNION NON SI ARRENDE ED INSISTE NELLA QUERELA CONTRO LA JEPPESEN A NOME DI UN GRUPPO DI VITTIME

9 febbraio 2009

Mentre in Europa tutto tace sul caso di Abou Elkassim Britel, abbandonato dalle autorità italiane nel carcere di Oukasha, in condizioni di salute e di detenzione preoccupanti, l'ACLU continua a sostenere la querela contro la società di servizi che lo ha trasportato illegalmente in Marocco.

L'ACLU reclama con forza il cambiamento promesso dal Presidente Obama:

«Con l'amministrazione Bush, il governo statunitense ha usato false indicazioni di sicurezza nazionale per eludere il controllo giudiziario sulle consegne straordinarie – ha detto Ben Wizner, un avvocato dello staff ACLU che sosterrà il caso per la parte querelante – Questo caso rappresenta il primo test sulla dedizione dell’ amministrazione Obama alla trasparenza e alla volontà di agire per la sua condanna della tortura e delle rendition. L'amministrazione deve respingere inequivocabilmente l'abuso del privilegio del segreto di Stato da parte dell’amministrazione Bush e permettere che questo caso sia portato avanti. »

« Il programma di extraordinary rendition è noto in tutto il mondo. L'unico posto nel quale non viene discusso è quello che più reclama un esame – un tribunale degli Stati Uniti – ha detto Steven Watt, un avvocato dello staff ACLU, programma per i diritti umani – Permettere a questo caso di proseguire è un passo importante verso la riaffermazione del nostro impegno a livello nazionale e internazionale in materia di diritti umani e il ripristino di un’America di cui possiamo essere fieri. Le vittime di extraordinary rendition meritano il loro giorno in tribunale ».

Anthony D. Romero, direttore esecutivo della ACLU: « Il Dipartimento di Giustizia di Eric Holder oggi si è alzato in tribunale e ha detto che avrebbe continuato la politica di Bush che invoca il segreto di Stato per nascondere la riprovevole storia di tortura, di rendition e delle più gravi violazioni dei diritti umani commesse dal governo americano. Questo non è un cambiamento. Questo è sicuramente di più. Il candidato Obama sosteneva un programma che avrebbe riformato l'abuso del segreto di Stato, ma il Dipartimento di Giustizia del Presidente Obama ha abiurato in modo scoraggiante rispetto a tale importante questione di libertà civili. Se è ciò è l'anticipo di ciò che verrà, sarà una strada lunga e faticosa per restituirci un'America di cui possiamo di nuovo essere orgogliosi. »

Ben Wizner, l'avvocato dello staff ACLU, che ha sostenuto il caso dei querelanti: « Siamo sconvolti e profondamente delusi dal fatto che il Dipartimento di Giustizia ha deciso di continuare la prassi dell’amministrazione Bush di controllo giurisdizionale ingannevole sulle extraordinary rendition e sulla tortura. Questo è stata l'occasione per la nuova amministrazione di agire per condannare la tortura e le consegne speciali, ma invece ha deciso di seguire il corso. Ora dobbiamo sperare che il tribunale affermi la sua indipendenza dal rigetto delle false richieste di segreto di Stato da parte del governo e consentendo alle vittime di tortura e rendition il loro giorno in tribunale. »

Fonte: il sito dell'American Civil Liberties Union (ACLU) : http://www.aclu.org/safefree/torture/38692prs20090209.html http://www.aclu.org/safefree/torture/38695prs20090209.html

si veda anche : Cia in Azione, Boeing sotto accusa, inchiesta di Claudio Gatti, Il Sole 24 Ore, 30 maggio 2007, pag. 13 dalla prima.

UN DOVERE DI VERITA' ISLAM : IL  NEMICO INVENTATO 24 novembre 2008

Come scrive Silvia Cattori in questo articolo, abbiamo il dovere di sapere, di cercare la verità per non partecipare alla criminalizzazione dell'Islam, né ai crimini commessi contro vari popoli del mondo. Buoni motivi per leggere il suo articolo che parla anche della vicenda di Abou Elkassim Britel. … I guerrafondai si sono basati su attentati isolati, dalle origini mal chiarite, per incriminare tutt'insieme Osama Bin Laden, Saddam Hussein, i Palestinesi, i « musulmani » in generale, ed influenzare la nostra percezione [1].

Allo scopo di giustificare le loro guerre unilaterali, e rendere legittime le violazioni dei diritti dei popoli e del diritto internazionale, mascherandole da « guerra mondiale al terrorismo », era necessario iniziare con la menzogna e dar vita ad un nemico. leggi tutto >>>

Url articolo originale in francese : http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=10983 Altri articoli di Sivia Cattori, giornalista indipendente svizzera, sul sito: http://http://www.silviacattori.net/

 

 

 

Ramadan nel carcere di Oukasha 21 settembre 2008

In Marocco, la Direzione delle carceri ha emanato una circolare con la quale si vieta ai detenuti la lettura di libri teologici. E siamo in Ramadan, mese sacro nel quale il credente si sforza al massimo nella pratica dell'Islam, e lo studio ne è parte viva, ricca e stimolante.
Ad Oukasha, inoltre, non sono nemmeno consentite la rottura del digiuno e le successive preghiere in comune, momenti che rendono le sere di Ramadan speciali.
Kassim racconta di queste ulteriori angherie con calma, ma so che ne soffre, la lettura e lo studio – quando concessi – gli hanno alleggerito il peso della detenzione.
In tutto il silenzio che ci circonda rimane la pena per la mancata di giustizia, perché è una vicenda politicamente scomoda, che fa poca audience in questo clima di xenofobia conclamata, in fondo, come mi ha scritto un'amica, "quella di Kassim è una mezza cittadinanza".

 

Quattro articoli recenti , 30 agosto 2008

 

 

Marocco : 909 provvedimenti di grazia in due giorni 20 agosto 2008

Dall'agenzia di stampa marocchina MAP apprendo che in occasione della Festa della Gioventù di domani 21 agosto « SM, il re Mohammed VI, ha voluto accordare la Sua grazia a 433 persone, … » In Marocco anche oggi è giornata di festa nazionale, in ricordo della Rivoluzione del Re e del Popolo ed altri 476 detenuti hanno beneficiato della grazia.

Per Abou Elkassim Britel questa è la sola possibilità di uscire dal carcere di Oukasha. Purtroppo resterà lì in assenza di un'azione di giustizia che il Governo italiano evidentemente ritiene non essergli dovuta. Nessun commento, continuiamo a scontare la nostra pena… Khadija

Qui i comunicati della MAP: - 19.08.2008, ore 15:58 20.08.2008, ore 13:01

 

 

 

 

Abou Elkassim Britel è sempre illegalmente detenuto 17 agosto 2008

La situazione di Kassim pare non avere sbocchi, si trascina senza che i due governi interessati rimedino alla vergogna della detenzione di una persona innocente, come è stato ampiamente provato. Chi ci segue, spesso chiede perché Kassim pratichi lo sciopero della fame.

Posso solo rispondere che quella di mio marito non è una vita, anziché migliorare, la sua situazione peggiora. La speranza accesa dal Parlamento europeo, e dal chiarimento della sua posizione in Italia, quasi due anni fa, si è trasformata in una disillusione ricorrente, in un dolore persistente e maligno, che accompagna ogni nostro giorno.

E se non bastasse, il già pessimo trattamento alla prigione di Oukasha, ha assunto connotati ancor più securitari, duri ed incivili. Ho patito personalmente del nuovo corso durante il mio ultimo viaggio, ma Kassim soffre ogni giorno, imposizioni spesso stupide ed estremamente umilianti, nell'assoluta mancanza di quel minimo necessario di cibo, igiene e cure mediche.

Il Consolato italiano, nonostante le mie ripetute richieste, pare non avanzare nessuna decisa rimostranza per il mancato rispetto dei diritti di Abou Elkassim Britel.

Ed i giorni passano, a settembre 2012 mancano ancora quattro anni… Per queste ragioni, una pagina del sito raccoglie la storia di questa lotta per condizioni di vita decenti, per rivendicare dignità ed anche, sempre, giustizia     khadija

Vedi : Sciopero della fame, resistenza, richiesta di giustizia e condizioni dignitose: Abou Elkassim Britel nelle prigioni del Marocco

Per saperne di più: La storia di Kassim e Khadija, a cura Roberto Festa, nella puntata di Atlante del 25 maggio 2008, Radio Popolare.

30 luglio 2008 – Festa del trono in Marocco : concesse 1030 grazie. Ancora una volta Abou Elkassim Britel ne è stato escluso.

 

 

Caso Britel: il Governo parla e non dice nulla 29 luglio 2008

All'interpellanza dell'on. Emanuele Fiano, sottoscritta da una trentina di Deputati, il Governo ha dato risposta giovedì 24 luglio: la solita, sterile elencazione di atti a sostegno di Abou Elkassim Britel, in realtà nessun impegno e sul valore dell'azione italiana mi corre l'obbligo ricordare che è grazie ad una 'coraggiosa' decisione di apparati di questo Stato che Kassim ha patito e continua a patire – nel silenzio di quelle istituzioni che dovrebbero garantire i suoi diritti fondamentali – ciò che in questo sito è raccontato.

Parole scontate quelle dell'esecutivo, emblematica la chiusa di un'inutile e fredda risposta: "L'auspicio del Governo è che, nel rispetto delle regole del diritto internazionale, si giunga quanto prima ad una soluzione del caso. Il Governo continuerà ad adoperarsi in questo senso nei suoi contatti con le autorità di Rabat." "Non dichiaro la mia soddisfazione; – ha concluso nella replica l'On. Fiano – ritengo, infatti, che la situazione di fronte alla quale ci troviamo sia quella di un cittadino italiano ingiustamente recluso, che ha subito violenze e torture, illegalmente rapito da un Paese terzo e presso un Paese terzo, portato in un luogo di detenzione segreto, in violazione di qualsiasi regola del diritto internazionale"

Sulla stampa: Carta : Il caso di Kassim Britel torna in parlamento di Enzo Mangini - 25.07.08 Dnews : Kassim, il Governo snobba il caso di Mara Mologni - 25.07.08 Il Bergamo : Caso Britel, un’altra fumata grigia l’unica soluzione resta la grazia di Fabrizio Tanzilli - 26.07.08 Il Sole 24ore : Per i diritti di Kassim 30 deputati in campo di Claudio Gatti - 25.07.08 La Repubblica : Italo-marocchino deportato a Rabat “È un altro caso Abu Omar” di Enrico Bonerandi - 25.07.08

Audio: Radio 24 – Il Sole 24 ore, 24-25 luglio 2008 (3′:00″ in formato mp3) Radio Popolare, 25 e 26 luglio 2008 (2':19'' in formato mp3)

Audio/video disponibile sul sito della Camera: l'on. Emanuele Fiano presenta l'interpellanza (Iniziative per la liberazione del signor Elkassim Britel, attualmente detenuto in Marocco – n. 2-00093) risponde Giuseppe Pizza, sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca replica di Emanuele Fiano

 

 

 

Ancora un'interpellanza urgente per Abou Elkassim Britel 21 luglio 2008 ABOU ELKASSIM BRITEL NUOVA INTERPELLANZA DI 33 DEPUTATI DEL PARTITO DEMOCRATICO. Dopo gli analoghi atti presentati al Governo Prodi nella precedente legislatura … leggi tutto >>>

 

 

 

Amare giornate marocchine 6 luglio 2008 Ho visto Kassim, ancor più magro del solito, non perde la speranza, ma  … leggi tutto >>>

 

 

 

26 giugno - Giornata mondiale ONU a sostegno delle vittime di tortura

NON DIMENTICHIAMO ABOU ELKASSIM BRITEL NELLA GIORNATA MONDIALE ONU A SOSTEGNO DELLE VITTIME DI TORTURA Nel carcere di Oukasha i detenuti islamici hanno deciso di sospendere lo sciopero della fame, aderendo all'accorata richiesta di dieci associazioni riunite in un gruppo di lavoro che si pone come interlocutore delle autorità marocchine. Troppo rischio di vita ad oltre 80 giorni di sciopero della fame, troppa pena per le famiglie …                          leggi tutto >>>

 

 

 

Un altro viaggio ed un articolo sulle prigioni marocchine 28 giugno 2008 Sono in partenza per il Marocco, mi potrò rendere conto dello stato di salute di Kassim. Non so cosa mi attende, Kassim ed io siamo sereni, la speranza non muore anche se la situazione permane stagnante e sempre di grande sofferenza. Segnalo l'articolo di Nicoletta Prandi su L' Eco di Bergamo il 23 giugno: «Quelle carceri choc Ecco le Guantanamo del mio Marocco» (per leggerlo, cliccare sul titolo). Per gli articoli in occasione della Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura, visitate www.kassimlibero.splinder.com. Lì è possibile lasciare un saluto, o un commento, sarà per me un piacere riferirne a Kassim. Grazie a chi continua a seguirci e a sostenerci            khadija

 

 

AMNESTY INTERNATIONALAMNESTY INTERNATIONAL – RAPPORTO 2008                28 maggio 2008  La situazione dei diritti umani in Italia

… Erosione dei diritti umani nella "guerra al terrore": le scelte dell'Italia

Nel corso del 2007 e della prima metà del 2008 le scelte dell'Italia circa il rispetto dei diritti umani nell'ambito della lotta al terrorismo si sono mosse lungo linee analoghe a quelle percorse negli anni precedenti. La politica del sospetto applicata alle espulsioni e una tenace riluttanza a fare chiarezza sugli abusi commessi in nome della "guerra al terrore" hanno caratterizzato l'approccio delle autorità di governo. In quest'ambito, l'Italia ha anche contribuito a mettere a rischio la tenuta del principio internazionale che impone il divieto assoluto di tortura.

Rendition

Il governo Italiano non ha collaborato pienamente alle indagini degli organismi internazionali che hanno accertato precise responsabilità dell'Italia nelle rendition (trasferimenti illegali di persone da un paese all'altro, generalmente culminanti in arresti arbitrari, sparizioni, detenzione senza processo e tortura). …Oggetto dell'indagine del Parlamento europeo anche il caso di Abou El Kassim Britel, cittadino italiano arrestato in Pakistan nel marzo 2002 dalla polizia pakistana, interrogato da agenti statunitensi e pakistani e successivamente consegnato alle autorità marocchine. Secondo la documentazione trasmessa alla Commissione dall'avvocato di Britel, dopo l'arresto il ministero dell'Interno italiano era stato in "costante cooperazione" con i servizi segreti stranieri. Abou El Kassim Britel è tuttora detenuto in Marocco. Le indagini della magistratura italiana nei suoi confronti si sono chiuse senza alcuna incriminazione. http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/953

Marocco e Sahara Occidentale

… Anti-terrorismo Oltre un centinaio di sospetti militanti islamisti sono stati arrestati, per lo più dalla polizia. Tuttavia, la Direzione per la sorveglianza sul territorio, una forza di sicurezza accusata in anni precedenti di tortura e maltrattamenti, secondo le accuse, ha preso parte ad alcuni arresti. … Centinaia di prigionieri islamisti condannati dopo le esplosioni di Casablanca del 2003 hanno continuato a richiedere una revisione giudiziaria dei loro processi, molti dei quali erano stati segnati da accuse non prese in considerazione di confessioni estorte sotto tortura. I detenuti della prigione di Sale hanno intrapreso uno sciopero della fame per protestare contro le precarie condizioni carcerarie, compreso il maltrattamento da parte dei secondini e delle forze di sicurezza esterne al carcere, la mancanza di accesso a cure mediche, e limitazioni alle visite da parte delle famiglie. http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/841

 

 

 

Incappucciato6 anni fa Abou Elkassim Britel subiva extraordinary rendition dal Pakistan al  Marocco                                                                               24-25 maggio 2008

ISLAMABAD, NOTTE TRA IL 24 E IL 25 MAGGIO 2002

Cappucci neri, una squadretta di professionisti addestrati alla preparazione del 'pacco' da spedire con volo speciale. Il Gulfstream V N379P della CIA decolla alle 1.30 (ora di Greenwich) per Rabat Salé.

La consegna avviene la mattina del 25 maggio nelle mani dei servizi segreti marocchini, l'uomo-pacco che ne è oggetto, già scomparso dal 10 marzo 2002, resterà tale fino all'11 febbraio 2003.

Una scena dall'ingiustizia – in corso e lunga oltre 6 anni – che priva un essere umano della vita, dell'onore ma ancora non riesce a sottrargli la sua dignità : dallo scorso 31 marzo Kassim è in sciopero della fame nel carcere di Oukasha, dov'è rinchiuso in spregio della sua provata innocenza.

In aereo da Islamabad PER SAPERE, CAPIRE E NON DIMENTICARE domenica 25 maggio 2008 alle 11.30 ascolta "Atlante" – il programma di Radio Popolare a cura di Roberto Festa. La trasmissione si può sentire direttamente dal sito : http://www.radiopopolare.it/ dove sono reperibili anche le frequenze di ascolto della radio, e le istruzioni per il satellite: http://www.radiopopolare.it/ascoltaci/frequenze/

Foto dal video CONSEGNATO DI Andrea Minoglio, da vedere qui

 

 

 

 

HUMAN RIGHTS WACHT : GLI ULTIMI RAPPORTI                                               aprile 2008

HRW - double jeopardy

"L'amministrazione Bush sostiene di non aver trasferito persone in detenzione all'estero per essere interrogate illegalmente. Ma noi abbiamo documentato più di una dozzina di casi, in cui i prigionieri furono spediti in Giordania per esservi torturati." Joanne Mariner, direttore terrorismo ed antiterrorismo di Human Rights Watch.

Double Jeopardy : CIA renditions to Jordan, nel capitolo Legal International Standards tratta anche dell'azione intrapresa da ACLU in favore di diverse vittime delle extraordinary renditions, tra cui Abou Elkassim Britel.

in inglese alla url : http://hrw.org/reports/2008/jordan0408/ (disponibile anche in arabo).

HRW - World Report 2008 : Dal Rapporto Mondiale 2008, riguardo al Marocco :

… Centinaia di persone sospettate di essere estremisti islamici e arrestate dopo gli attentati di Casablanca del maggio 2003 continuano a scontare pene detentive, nonostante una serie di misure di grazia reale che hanno permesso la liberazione di un centinaio fra di loro. Coloro che restano prigionieri hanno condotto uno sciopero della fame nel corso dell'anno 2007 per reclamare la libertà o una revisione della loro pena ed anche un miglioramento delle condizioni in carcere. Fra i più di cento prigionieri sotto il peso di una condanna a morte si contano almeno 20 persone sospettate di estremismo. Molti dei sospetti arrestati nel 2003 furono tenuti quell'anno in detenzione segreta per giorni o settimane, sottoposti a maltrattamenti e talvolta alla tortura durante il loro interrogatorio, e condannati nel quadro di processi iniqui. Da agosto 2006 la polizia ha arrestato almeno 500 persone sospettate di essere attivisti islamici. Secondo numerose testimonianze di detenuti e dei loro avvocati i servizi segreti persistono ad utilizzare un centro di detenzione non riconosciuto a Temara per interrogare persone sospettate di gravi delitti. Dei sospetti continuano a lamentare di essere stati torturati durante gli interrogatori, nonostante il numero delle denunce di tortura e di periodi in stato di fermo che hanno superato la durata prevista dalla legge, sia diminuito nel 2007, in rapporto al periodo che seguì immediatamente gli attentati di Casablanca del 2003. … Il Marocco ha cercato di stabilire un rapporto privilegiato con l'Unione europea, che da parte sua spera ardentemente in una collaborazione nella lotta contro il terrorismo e l'immigrazione illegale, fra le altre cose. Nel suo "Documento strategico" sul Marocco per il periodo 2007- 2013, la UE ritiene il processo di democratizzazione e dello Stato di diritto al Marocco « il più avanzato della zona ». Rare sono state le critiche pubbliche formulate dai responsabili europei a proposito delle pratiche del Marocco in materia dei diritti umani. In luglio la UE e il Marocco hanno firmato un accordo di 654 milioni di euro come aiuto finanziario europeo per il periodo 2007-2010. L'accordo designa « i diritti umani e la gouvernance » come uno dei settori prioritari.

Ancora una volta le Ong dei diritti umani riferiscono dell'iniquità dei processi del 2003, iniquità mai sanata e che ha colpito così duramente Abou Elkassim Britel. Hrw citava il caso Britel nel Rapporto Mondiale 2007 ed Amnesty International nel  Rapporto sull'Italia al Comitato ONU contro la Tortura, in aprile 2007. Amnesty International nel Rapporto annuale 2007 cita ugualmente i processi del 2003.

 

 

 

Abou Elkassim Britel su Arcoiris Tv                                                               26 marzo 2008

Così racconto la storia di Kassim per Arcoiris Tv:

Angelo Boccato intervista Khadija

Il caso Britel – La Tana del Satyro intervista Anna Lucia Pighizzini

 

L'intervista è stata registrata in febbraio, non ci sono pertanto riferimenti a ciò che ho potuto vedere di persona durante il mio recente viaggio in Marocco.

Grazie alla redazione di Piacenza che, con grande pazienza, ha raccolto la storia nei giorni faticosi ed inquieti seguiti alla sospensione dello sciopero della fame di Kassim.

Ancora una volta chiediamo a chi ci legge di diffondere la vicenda di Abou Elkassim Britel, grazie.

Su Arcoiris Tv si può chiedere di vedere il filmato sul satellite, segnalarlo ad amico, commentarlo, e farlo vedere sul proprio sito.

 

 

 

DICHIARAZIONI E GRAZIE REALI                                                                      24 marzo 2008

Da La Gazette du Maroc, 7 marzo 2008, alcune righe di un articolo sul messaggio che Mohammed VI ha indirizzato lo scorso 4 marzo alle forze dell'ordine. Lo faccio perché ci riguardano da vicino …                           leggi tutto >>>

 

SEI ANNI FA…                                                                                                      10 marzo 2008

il 10 marzo 2002 Abou Elkassim Britel veniva fermato ad un posto di blocco a Lahore ed illegalmente detenuto in segreto: iniziava un viaggio, tuttora in corso, nell'assenza di diritto, nella brutalità, nell'ingiustizia …

Un viaggio che Kassim ed io paghiamo con la privazione della nostra vita.

Oggi 10 marzo 2008, Kassim è alla metà esatta dei nove anni di carcere che gli sono stati comminati in un momento molto grave della storia del Marocco, un momento di dolore che ha visto prevalere paura, repressione ed irrazionalità.

Appena rientrata dal mio ultimo viaggio in Marocco, provo una pena indicibile per le sofferenze di mio marito e temo lo stato in cui si trova: stenta a riprendersi dopo il lunghissimo sciopero della fame e non vede la fine del tunnel.

Dopo anni di lotta per la verità, la giustizia e la vita sono aggredita da un senso d'impotenza mai provato e che devo superare per continuare fino alla liberazione di Kassim.

Da lui e da me un grazie sentito a chi continua a sostenerci: le vostre azioni e le vostre parole ci sono di aiuto in questo periodo così critico, grazie! C'è più di qualcuno che vorrei nominare, ma temo di dimenticarne altri… khadija

 

 

 

Un video per raccontare di Kassim e delle rendition                                       13 febbraio 2008

"CONSEGNATO" il video di Andrea Minoglio che racconta il lavoro di Giovanni Bianchini e la vicenda di Kassim è in rete.

12 minuti sapienti e consapevoli che rendono meglio di tante parole il furto della vita e della dignità che da quasi sei anni un uomo subisce. Dal 10 marzo 2002 a …. ?

Al link: http://www.minoglio.it/?p=63 per Kassim e per tutte le vittime di quest'ingiustizia!

Grazie Andrea! Grazie Giovanni!

per commenti ed impressioni vai al post su "Libertà per Kassim"

 

 

POSTA RICEVUTA: Giulietto Chiesa scrive al Ministro D'Alema                       1 febbraio 2008

Illustre Ministro degli Esteri,

Le scrissi, lo scorso anno, per perorare la causa di Kassim Britel, cittadino italiano incarcerato nelle prigioni del Marocco e processato, sotto accuse di terrorismo mai provate,  con un procedimento della cui correttezza  vi sono mille ragioni per dubitare. In Italia Britel è stato processato e prosciolto, ed è dunque incensurato.

Da diversi anni Britel si trova in condizioni disumane, la sua salute si è aggravata. Non vi sono vie d'uscita "normali" senza un intervento politico dall'esterno.

Lei mi rispose, allora, che quanto era possibile fare era stato fatto dalla nostra rappresentanza diplomatica a Rabat. Tuttavia a me pare che il peso dell'Italia possa essere usato per indurre il governo del Marocco a cercare una soluzione.

Alla luce delle risultanze della Commissione Temporanea del Parlamento Europeo che indagò sui voli segreti della CIA in Europa, che evidenziarono gravi violazioni dei diritti umani in tutta la filiera di una caccia al terrorista condotta senza rispettare nessuna norma civile, emerse che, in molti casi, le accuse ai prigionieri – predisposte su indicazione dei servizi segreti statunitensi -  si rivelarono infondate.

La condotta processuale contro Britel ha dimostrato che le accuse erano state prefabbricate dall'esterno. Non dovrebbe essere difficile fare presente queste circostanze se non ai giudici del Marocco, almeno al Ministro degli Esteri di quel paese.

La prego dunque vivamente, in nome dell'umanità e della giustizia, oltre che della dignità del nostro paese, di intervenire energicamente perchè Britel possa ritornare alla sua famiglia e in Italia, libero.

Distinti saluti                                 Giulietto Chiesa

url: http://www.giuliettochiesa.it/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=941

 

Da non perdere a Milano la mostra di Giovanni Bianchini, che presenta tra l'altro la sua installazione sulle extraordinary rendition, completata da un video di Andrea Minoglio. È un'opera strettamente connessa con la vicenda di Kassim,      leggi tutto >>>

Giovedì 31 gennaio dalle ore 21:00- SHAKE – Milano Viale Bligny, 42

Inaugurazione e presentazione della mostra

Respinto al mittente Mail-art a impatto sociale intervengono Giovanni Bianchini e Andrea Minoglio

… Per delineare meglio il valore sociale degli interventi di Bianchini, sarà in mostra Extraordinary rendition, …

… L’installazione comprende il video di Andrea Minoglio, liberamente ispirato alla vicenda di Abou Elkassim Britel, che racconta alcune fasi di un'ipotetica extraordinary rendition. leggi tutto >>>

in inglese, l'intervista a Khadija di Cageprisoners     9 gennaio 2008

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un'azione per la liberazione di Abou Elkassim Britel :

1. lettere o messaggi che esprimano la preoccupazione per le sue condizioni e la richiesta della sua liberazione vanno inviate a:

-  Ambasciata d'Italia, 2 Zankat Idriss Al Ahzar, Rabat, Marocco;

-  On. Massimo D'Alema, Ministro degli Affari Esteri, Piazzale della Farnesina 1 – 00194 Roma, Italia;

-  On. Clemente Mastella, Ministro della Giustizia, Largo Luigi Daga 2, I – 00164 ROMA, Italia;

-  Sua Altezza Reale Mohammed VI, re del Marocco, Palazzo Reale, Rabat, Marocco;

2. una mail di conferma e sostegno direttamente a FAIR TRIALS INTERNATIONAL, associazione di avvocati inglesi che si occupa di cittadini europei, coinvolti in procedimenti penali all'estero, i cui diritti sono stati violati o rischiano di esserlo. Url  per la mail: http://www.fairtrials.net/index.php/contact_us/

Kassim e Khadija ringraziano tutti coloro che li stanno sostenendo, ogni mail, ogni messaggio è per noi aiuto e prezioso incoraggiamento, grazie!

dicembre 2007

SCRIVETE A :

- Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano : https://servizi.quirinale.it/webmail/

- Presidente del Consiglio Romano Prodi : http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_presidente.asp

- Governo italiano : http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_presidente.asp

- Khadija, mail : info@giustiziaperkassim.net

 

"Il Sole-24 Ore" – 20 dicembre – di Claudio Gatti: « La Farnesina e la sorte dell’ italiano Elkassim ». Grazie!

“Il Manifesto” – pag. 3 – del 16 dicembre 2007 sul caso Britel -  articolo di Stefano Liberti ed intervista a Claudio Fava di Alberto D'Argenzio. Grazie!

 

Ed ancora la voce di Kassim in Guantanamo Express, uno speciale di Radio Popolare, realizzato dopo l’incontro in carcere, da Enea Guarinoni con la collaborazione di Omar Caniello.

 

JUSTICE FOR KASSIM العدالة لأبوا لقاسم

JUSTICE POUR KASSIM JUSTICIA PARA KASSIM

 

Visita la mostra con la storia di Kassim in breve

 

 

حرروا أبو القاسم Free Kassim Libertad para Kassim Liberté pour Kassim Freiheit für Kassim Λευτεριά στον Κασίμ Liberdade para Kassim Libertate pentru Kassim!

 

Kassim libero !

Nel maggio del 2002, il cittadino italiano Abou Elkassim Britel, ammanettato, incappucciato, denudato, vestito di un pannolino, incatenato fu trasferito dalla CIA dal Pakistan in Marocco dove fu torturato da agenti dell'intelligence marocchina e dove ora è in carcere.

Nel maggio 2003, liberato senza accuse, dopo una lunga e dura detenzione in segreto, al momento di rientrare in Italia, fu di nuovo rapito e fatto sparire, complici i servizi italiani. Subì altri 4 mesi di detenzione segreta e nuove torture, poi fu processato senza alcuna garanzia. Prima condannato a quindici anni di carcere, la sua pena venne ridotta a 9 anni. Oggi è rinchiuso nel carcere di Äin Bourja a Casablanca, dal quale dovrebbe uscire nel 2012.

Kassim è innocente delle accuse di terrorismo come risulta dall'archiviazione dell'indagine italiana. Il Parlamento europeo ha sollecitato il governo italiano a prendere misure concrete per ottenerne l'immediato rilascio. Lo stato italiano tace e l'ingiustizia nei confronti di Abou Elkassim Britel continua.

Un movimento in favore della scarcerazione di Elkassim – per la quale si chiede al governo italiano di impegnarsi in modo chiaro e forte – si sta sviluppando in Italia e nel mondo. Raggiungeteci !

Per sapere cosa potete fare, contattateci a questo indirizzo : info@giustiziaperkassim.net Per saperne di più : http:// http://www.giustiziaperkassim.net//

Grazie a Fausto Giudice e ai traduttori di TLAXCALA per la loro solidarietà ed il prezioso lavoro!                                                                                                                 11 agosto 2007